domenica 26 settembre 2010

Con Google Earth trovato il cratere di un meteorite

Una ricerca effettuata nel 2008, con Google Earth, ha portato alla scoperta del cratere d'impatto di un meteorite metallico, chiamato cratere Kamil e quest'anno si è effettuata la spedizione per compiere rilevamenti in loco e raccogliere i residui di ferro e determinare l'età del cratere. In un periodo ancora imprecisato ma meno di 10.000 anni fa un meteorite che viaggiava alla velocità di 12000 km/h si è schiantato in una regione fra Egitto, Sudan e Libia. Il meteorite, un blocco di ferro di dieci tonnellate ha prodotto uno schianto visibile a 1000 km di distanza ed un foro in terreno roccioso di 16 metri di profondità e 42 metri di larghezza.

 Il cratere è rimasto indisturbato fin quando non è stato visto dal ricercatore Vincenzo De Michele con Google Earth sul suo PC. In seguito si è effettuata una spedizione composta da 40 membri italiani ed egiziani ed in parte finanziata dall'ESA .Il gruppo ha raccolto oltre 1000 kg di materiale ferroso, compreso un blocco di 83 Kg, che molto probabilmente si è staccato prima dell'impatto in quanto è stato trovato a 200 metri dal cratere.
Lo studio del cratere è di grande interesse anche perchè fa luce sul tipo d'impatto che possono avere i meteoriti metallici. Infatti, secondo i ricercatori i meteoriti metallici di dieci tonnellate non esplodono nell'atmosfera ma quando raggiungono la terra e provocano un cratere d'impatto.

Campo magnetico intergalattico primordiale

Secondo due fisici ci sarebbe un'altra traccia del Big Bang nell'universo, un campo magnetico primordiale che potrebbe determinare una sfocatura nell'energia proveniente dai buchi neri super-massicci, creando una specie di effetto alone. Se tale ipotesi fosse confermata, potrebbe contribuire a rivelare le origini del magnetismo nel cosmo.

I fisici Shin'ichiro Ando del California Institute of Technology di Pasadena e Alexander Kusenko della University of California, Los Angeles, hanno esaminato le immagini di buchi neri supermassicci raccolti dal telescopio spaziale a raggi gamma Fermi, alla ricerca di qualcosa che era stato sospettato da tempo ma mai osservato: la possibilità di un primordiale, campo magnetico intergalattico.
Alla fine i ricercatori hanno calcolato che un campo magnetico, con la forza di un quadrilione rispetto al campo magnetico terrestre ha interagito con i fotoni uscenti dai buchi neri super-massicci e questo fenomeno avrebbe distorto le loro energie creando proprio l'effetto alone che si nota nelle fotografie prese con il telescopio Fermi. Secondo altri ricercatori, lo studio è interessante ma il fenomeno, di cui è stata calcolata la forza, potrebbe essere provocato da un campo dovuto ad “inquinamento intergalattico” creato dalle stesse particelle ad alta energia emesse dai buchi neri intergalattici. In ogni caso, primordiale o no il campo magnetico esiste e crea appunto deviazioni dei fotoni.
 

lunedì 13 settembre 2010

Piume nei dinosauri prima di quanto si pensasse?

Alcuni dinosauri predatori fanno ritenere che le piume comparvero nei dinosauri molto prima di quanto si pensasse. La nuova specie, che ha fatto nascere questo dubbio si chiama, Corcovatus Concavenator, era lunga quattro metri e sarebbe vissuta nel Cretaceo, 130 milioni di anni fa.



La squadra dei ricercatori, guidata da Francisco Ortega ha ritrovato il fossile negli altipiani semi-aridi di Las Hoyas nella Spagna Centrale, un luogo che anticamente doveva assomigliare all'Everglades della Florida. Quello che ha colpito soprattutto, però i ricercatori, è stato l'aver visto sulle braccia del fossile, delle strutture come quelle che servono per inserire aculei o piume.
 
 Esiste già un ramo chiamato Coelurosauria che presenta piume e strutture ossee per inserirle e fra i suoi discendenti ci sono sia i dinosauri del tipo del velociraptor e del Tyrannosaurus Rex, che quelli da cui sono derivati gli uccelli. L'anomalia è che nel fossile trovato da poco, le ossa sono molto più simili al ramo dei predatori, quindi, se l'ipotesi di Ortega è giusta e poiché è difficile che tale caratteristica si sia sviluppata indipendentemente nei due gruppi, ciò vorrebbe dire che c'è stato, molto prima di quello che si pensasse, un predatore con piume, progenitore dei due gruppi.

Marte, una volta pieno di acqua e vulcani

Nuove ricerche basate sugli isotopi del carbonio presente nell'anidride carbonica e in quelli dell'ossigeno, fanno supporre che in tempi geologici recenti l'acqua abbia interagito con la superficie del pianeta e che ci sia stata anche attività vulcanica su Marte, in tempi non molto remoti.

 Parecchie informazioni derivano dai campioni di CO2 prese sul pianeta dalla sonda Phoenix che non è ora più operativa. Phoenix ha, però, accuratamente misurato gli isotopi presenti nella CO2 dell'atmosfera marziana. In base a questi dati, sembrerebbe che ci fosse acqua vicina allo zero sulla superficie del paese, mentre sorgenti calde, tipo quelle di Yellowstone, sarebbero state piuttosto rare.

Tutte le misurazioni sono state effettuate tramite uno strumento presente su Phoenix e chiamato evolve gas analyzer .In base alla percentuale di isotopi riscontrata, come dettto è risultato che Marte sia stato un pianeta molto più attivo di quello che si pensasse e ciò ha contribuito ad alimentare la sua anidride carbonica atmosferica, inoltre parte di quest'ultima, ha reagito con l'acqua presente sulla superficie, che era abbastanza abbondante da influenzare la composizione dell'atmosfera attuale.

Molti pianeti gioviani sono già distrutti

Brutte notizie per i cacciatori di Pianeti, soprattutto quelli gioviani caldi in quanto è molto probabile che la loro esistenza sia molto breve e questo spiegherebbe perchè non sono stati individuati pianeti in transito negli ammassi stellari. Molto probabilmente pianeti gioviani caldi, più vivici alla loro stella di 3 o 4 volte di quanto Mercurio sia vicino al sole, vengono poi risucchiati dalla stella e i loro ultimi istanti sono piuttosto drammatici in quanto le loro atmosfere sono strappate via dalla forza di gravità delle stelle.

 Il modello realizzato dai ricercatori farebbe, quindi, prevedere che oltre un terzo dei pianeti gioviani caldi vengono distrutti in cluster relativamente giovani, intorno al miliardo di anni. Quindi verrà effettuata una ricerca in cluster di diversa età e quelli più giovani dovrebbero avere, se l'ipotesi è giusta, molti più pianeti gioviani caldi rispetto ai cluster di età più avanzata. Mettendo poi in relazione l'età e la metallicità dei pianeti si potranno avere maggiori informazioni sulla loro formazione e sul loro persistere in vita.

mercoledì 8 settembre 2010

Si potrà individuare l'eruzione aliena di un vulcano?

Pochi mesi fa si è visto come un'eruzione vulcanica in Islanda ha provocato grossi problemi al traffico aereo per la cenere che aveva liberato eppure nello spazio ci sono corpi, come Io la luna di Giove in grado di produrre eruzioni molto più spaventose.



Gli scienziati si sono posti la domanda se essi fossero in grado di rilevare queste eruzioni aliene e la risposta è stata positiva, in quanto, studiando le eruzioni terrestri sanno che viene liberata una gran quantità di biossido di zolfo che rimane poi a lungo.
Oltretutto si sa che esistono pianeti giovani, chiamati "pianeti gioviani caldi" e quindi l'eruzione in uno di questi potrebbe rilasciare una spia atmosferica. Ad esempio l'eruzione del Pinatubo liberò oltre 17 milioni di biossido di zolfo nella stratosfera ( che si trova fra i 6-30 km, sopra la superficie terrestre) e l'eruzione del Tambora nel 1815, fu dieci volte più potente. Per cercare inoltre il biossido di zolfo vulcanico, gli studiosi utilizzeranno una tecnica chiamata “eclisse secondaria”


Secondo i ricercatori, vedere un'eruzione vulcanica su un pianeta extrasolare, potrebbe essere molto utile per scoprire se ci sono differenze od analogie tra le rocce.

L'8 settembre due asteroidi vicino alla luna

Oggi, due asteroidi di parecchi metri di diametro ed in due orbite indipendenti passeranno fra la terra e la luna e potranno essere visti anche con un telescopio amatoriale ma nessuno di essi potrà causare danni alla terra.

Questi sono stati individuati dal Catalina Sky Survey, nei pressi di Tucson, Arizona, domenica cinque settembre. L'asteroide 2010 RX30, di 10-20 metri passerà entro 0,6 distanze lunari (248 mila km) mentre l'asteroide 2010 RF12 di 10-14 metri, transiterà entro le 0,2 distanze lunari (79 mila Km).

Cosa attira le donne nell'uomo che balla?

Ogni animale, compreso l'uomo, ha i suoi codici atti a conquistare la sua femmina ad esempio i granchi ed i colibri. Ma uno psicologo Nick Neave della Northumbria University di Newcastle Upon Tyne, ha realizzato uno studio per individuare che tipo di movimento maschile nel ballo, impressionasse di più le donne. Poiché l'esperimento non sarebbe riuscito con modelli veri, perchè avrebbe colpito l'aspetto fisico, ha fatto muovere 38 studenti, creando però degli avatar con il computer, tutti uguali, in tal caso le donne dovevano essere per forza colpite solo dalle mosse.



Strano a dirsi i movimenti più importanti erano quelli che riguardavano, la testa, il collo ed il tronco.


I movimenti ben coordinati della testa, del collo e del tronco mostravano molto probabilmente creatività, associata a energia, ottimismo ed audacia.


Non credo proprio, però che se l'esperimento fosse stato invertito, gli uomini avrebbero preferito i movimenti della testa.

lunedì 6 settembre 2010

Vitamina D legata agli scompensi cardiaci

All'università di Groningen, nei Paesi Bassi, sono giunti all'importante conclusione che i tassi di sopravvivenza nei pazienti con scompensi cardiaci e scarsi livelli di vitamina D, sono più bassi rispetto a quelle persone che hanno normali livelli della vitamina.



L'importanza della vitamina D, che si attiva quando la pelle è esposta ai raggi ultravioletti del sole, è stata, da tempo, dimostrata in multipli fattori, in quanto le cellule hanno recettori per la vitamina D e la sua presenza può abbassare la soglia di rischio in malattie tipo il cancro, l'ipertensione, le malattie infettive croniche ed anche gli scompensi cardiaci. Ad esempio la tanto discussa cura Di Bella, per i tumori, è basata anche sulla somministrazione di vitamina D.


Ora, in base a queste ricerche, sembrerebbe che bassi livelli di vitamina D attivino il sistema angina-angiotensina (RAS) che è un sistema normativo fondamentale nello scompenso cardiaco.


Il motivo di questi bassi livelli, può essere ricercato nel fatto che i pazienti, costretti a letto od in casa, stanno poco a contatto della luce del sole, poi anche la pelle con l'età, essendo una malattia più diffusa in età avanzata, produce meno vitamina D. Inoltre, come terzo ed ultimo fattore, c'è da considerare che spesso gli scompensi cardiaci sono accompagnati da alterata funzionalità renale e ciò impedisce l'ultimo processo di attivazione della vitamina D che appunto avviene nei reni.


Questi bassi livelli, poi, come detto, attivano la RAS, che agisce sul volume e l'omeostasi della pressione sanguigna e provocano problemi più gravi, addirittura la morte. Urge, quindi evitare in malati di scompensi cardiaci, bassi livelli di vitamina D e questo può anche essere risolto con integratori ma anche con l' esposizione alla luce solare e mangiando pesce azzurro o uova.

domenica 5 settembre 2010

Sollecito a Barack Obama sulle scienze

Eric Lander, co-presidente, parlando ad una riunione del President’s Council of Advisors on Science and Technology (PCAST), ha evidenziato che il paese ha bisogno di più scuole specializzate che si focalizzino su scienza, tecnologia, matematica ed ingegneria Sempre secondo Lerner l'uso efficace della tecnologia significa molto più che dare i computer nelle scuole. Il fatto è che il governo federale fornisce solo l'8% del finanziamento totale per l'istruzione elementare e secondaria, tuttavia, significa che deve lavorare a stretto contatto con gli Stati per raggiungere questi e altri obiettivi.



Lander ha detto che il rapporto elogia gli sforzi, dei singoli Stati, nell' adottare norme comuni in materie fondamentali per garantire che il diploma di scuola superiore rappresenta un analogo livello di conoscenza da parte degli studenti in ogni stato. Egli ha anche espresso la speranza che l'insegnamento delle scienze venga potenziato, come già fatto con la lettura e la matematica in cui molti stati hanno accettato standard comuni.


Mah chissà se il discorso sarà percepito anche dalla Gelmini in Italia, liberando definitivamente gli studenti, che anche quest'anno hanno mostrato le loro preferenze da lingue morte, tipo il latino ed il greco?

Studio approfondito della supernova 187A con Hubble

Su Science in questi giorni è uscito uno studio di ricerca, compiuto analizzando i risultati che, il telescopio spaziale Hubble, ha inviato della supernova 187A, che si trova nella Grande Nube di Magellano. Il team francese che ha pubblicato la ricerca ha detto che la supernova è circondata da un anello di detriti buttato fuori, probabilmente 20.000 anni prima che la stella esplodesse.



Le Supernovae hanno un ruolo importante nella evoluzione delle galassie, perché immettono una massiccia quantità di energia nell'ambiente, e sono la fonte di elementi più pesanti ad esempio il ferro, Quindi ricerche di questo tipo sono d'importanza fondamentale per capire come le supernovae possano influenzare l'ambiente circostante.


Ad esempio si pensava che la luce visibile ed ultravioletta che dovevano provenire entrambe da atomi d'idrogeno, eccitati dalle onde d'urto, avessero la stessa velocità, invece i dati dimostrano che la velocità della radiazione ultravioletta è superiore a quella visibile. Per questo fenomeno gli studiosi hanno ipotizzato che il gruppo di detriti emetta esso stesso luce nell'ultravioletto e che sia ricacciata verso l'osservatore dal gas emesso dalla supernova. Questo fa capire quanto poco si sa e come, invece sia importante capire la chimica negli impatti fisici delle supernove.


vediamoci tanto un video sull'esplosione di una supernova
a questo link http://www.youtube.com/watch?v=TOn7MNA_A1k&NR=1