All'università di Groningen, nei Paesi Bassi, sono giunti all'importante conclusione che i tassi di sopravvivenza nei pazienti con scompensi cardiaci e scarsi livelli di vitamina D, sono più bassi rispetto a quelle persone che hanno normali livelli della vitamina.
L'importanza della vitamina D, che si attiva quando la pelle è esposta ai raggi ultravioletti del sole, è stata, da tempo, dimostrata in multipli fattori, in quanto le cellule hanno recettori per la vitamina D e la sua presenza può abbassare la soglia di rischio in malattie tipo il cancro, l'ipertensione, le malattie infettive croniche ed anche gli scompensi cardiaci. Ad esempio la tanto discussa cura Di Bella, per i tumori, è basata anche sulla somministrazione di vitamina D.
Ora, in base a queste ricerche, sembrerebbe che bassi livelli di vitamina D attivino il sistema angina-angiotensina (RAS) che è un sistema normativo fondamentale nello scompenso cardiaco.
Il motivo di questi bassi livelli, può essere ricercato nel fatto che i pazienti, costretti a letto od in casa, stanno poco a contatto della luce del sole, poi anche la pelle con l'età, essendo una malattia più diffusa in età avanzata, produce meno vitamina D. Inoltre, come terzo ed ultimo fattore, c'è da considerare che spesso gli scompensi cardiaci sono accompagnati da alterata funzionalità renale e ciò impedisce l'ultimo processo di attivazione della vitamina D che appunto avviene nei reni.
Questi bassi livelli, poi, come detto, attivano la RAS, che agisce sul volume e l'omeostasi della pressione sanguigna e provocano problemi più gravi, addirittura la morte. Urge, quindi evitare in malati di scompensi cardiaci, bassi livelli di vitamina D e questo può anche essere risolto con integratori ma anche con l' esposizione alla luce solare e mangiando pesce azzurro o uova.
Nessun commento:
Posta un commento