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domenica 31 ottobre 2010

Nasa: ritardato il lancio dello space shuttle Discovery

La navetta che avrebbe dovuto portare sei astronauti ed un robot umanoide sulla stazione spaziale, molto probabilmente partirà con un giorno di ritardo, a causa di fughe di elio ed azoto in alcune zone pressurizzate dello space shuttle.
 La navetta dovrebbe portare con sé un modulo che contiene materiali, pezzi di ricambio ed esperimenti e che doveva essere attaccato alla stazione spaziale.
Anche il robot umanoide di 300 libre, chiamato Robonat 2 o R2 dovrebbe essere lasciato come ospite fisso sulla navetta spaziale. Robonaut è stato progettato dalla Nasa e dalla General Motors ed ha una testa, un torso due braccia, delle mani e si muove su ruote. Le mani del robot soprattutto sono state rese molto somiglianti a mani umane in modo che possa impugnare attrezzi ed eseguire esperimenti, così da essere di valido supporto agli scienziati.
Questo in ogni caso è l'ultimo volo per Discovery, in quanto la Nasa si prepara a ritirare la sua flotta di space shuttle.

domenica 26 settembre 2010

Campo magnetico intergalattico primordiale

Secondo due fisici ci sarebbe un'altra traccia del Big Bang nell'universo, un campo magnetico primordiale che potrebbe determinare una sfocatura nell'energia proveniente dai buchi neri super-massicci, creando una specie di effetto alone. Se tale ipotesi fosse confermata, potrebbe contribuire a rivelare le origini del magnetismo nel cosmo.

I fisici Shin'ichiro Ando del California Institute of Technology di Pasadena e Alexander Kusenko della University of California, Los Angeles, hanno esaminato le immagini di buchi neri supermassicci raccolti dal telescopio spaziale a raggi gamma Fermi, alla ricerca di qualcosa che era stato sospettato da tempo ma mai osservato: la possibilità di un primordiale, campo magnetico intergalattico.
Alla fine i ricercatori hanno calcolato che un campo magnetico, con la forza di un quadrilione rispetto al campo magnetico terrestre ha interagito con i fotoni uscenti dai buchi neri super-massicci e questo fenomeno avrebbe distorto le loro energie creando proprio l'effetto alone che si nota nelle fotografie prese con il telescopio Fermi. Secondo altri ricercatori, lo studio è interessante ma il fenomeno, di cui è stata calcolata la forza, potrebbe essere provocato da un campo dovuto ad “inquinamento intergalattico” creato dalle stesse particelle ad alta energia emesse dai buchi neri intergalattici. In ogni caso, primordiale o no il campo magnetico esiste e crea appunto deviazioni dei fotoni.
 

lunedì 13 settembre 2010

Marte, una volta pieno di acqua e vulcani

Nuove ricerche basate sugli isotopi del carbonio presente nell'anidride carbonica e in quelli dell'ossigeno, fanno supporre che in tempi geologici recenti l'acqua abbia interagito con la superficie del pianeta e che ci sia stata anche attività vulcanica su Marte, in tempi non molto remoti.

 Parecchie informazioni derivano dai campioni di CO2 prese sul pianeta dalla sonda Phoenix che non è ora più operativa. Phoenix ha, però, accuratamente misurato gli isotopi presenti nella CO2 dell'atmosfera marziana. In base a questi dati, sembrerebbe che ci fosse acqua vicina allo zero sulla superficie del paese, mentre sorgenti calde, tipo quelle di Yellowstone, sarebbero state piuttosto rare.

Tutte le misurazioni sono state effettuate tramite uno strumento presente su Phoenix e chiamato evolve gas analyzer .In base alla percentuale di isotopi riscontrata, come dettto è risultato che Marte sia stato un pianeta molto più attivo di quello che si pensasse e ciò ha contribuito ad alimentare la sua anidride carbonica atmosferica, inoltre parte di quest'ultima, ha reagito con l'acqua presente sulla superficie, che era abbastanza abbondante da influenzare la composizione dell'atmosfera attuale.

Molti pianeti gioviani sono già distrutti

Brutte notizie per i cacciatori di Pianeti, soprattutto quelli gioviani caldi in quanto è molto probabile che la loro esistenza sia molto breve e questo spiegherebbe perchè non sono stati individuati pianeti in transito negli ammassi stellari. Molto probabilmente pianeti gioviani caldi, più vivici alla loro stella di 3 o 4 volte di quanto Mercurio sia vicino al sole, vengono poi risucchiati dalla stella e i loro ultimi istanti sono piuttosto drammatici in quanto le loro atmosfere sono strappate via dalla forza di gravità delle stelle.

 Il modello realizzato dai ricercatori farebbe, quindi, prevedere che oltre un terzo dei pianeti gioviani caldi vengono distrutti in cluster relativamente giovani, intorno al miliardo di anni. Quindi verrà effettuata una ricerca in cluster di diversa età e quelli più giovani dovrebbero avere, se l'ipotesi è giusta, molti più pianeti gioviani caldi rispetto ai cluster di età più avanzata. Mettendo poi in relazione l'età e la metallicità dei pianeti si potranno avere maggiori informazioni sulla loro formazione e sul loro persistere in vita.

mercoledì 8 settembre 2010

Si potrà individuare l'eruzione aliena di un vulcano?

Pochi mesi fa si è visto come un'eruzione vulcanica in Islanda ha provocato grossi problemi al traffico aereo per la cenere che aveva liberato eppure nello spazio ci sono corpi, come Io la luna di Giove in grado di produrre eruzioni molto più spaventose.



Gli scienziati si sono posti la domanda se essi fossero in grado di rilevare queste eruzioni aliene e la risposta è stata positiva, in quanto, studiando le eruzioni terrestri sanno che viene liberata una gran quantità di biossido di zolfo che rimane poi a lungo.
Oltretutto si sa che esistono pianeti giovani, chiamati "pianeti gioviani caldi" e quindi l'eruzione in uno di questi potrebbe rilasciare una spia atmosferica. Ad esempio l'eruzione del Pinatubo liberò oltre 17 milioni di biossido di zolfo nella stratosfera ( che si trova fra i 6-30 km, sopra la superficie terrestre) e l'eruzione del Tambora nel 1815, fu dieci volte più potente. Per cercare inoltre il biossido di zolfo vulcanico, gli studiosi utilizzeranno una tecnica chiamata “eclisse secondaria”


Secondo i ricercatori, vedere un'eruzione vulcanica su un pianeta extrasolare, potrebbe essere molto utile per scoprire se ci sono differenze od analogie tra le rocce.

L'8 settembre due asteroidi vicino alla luna

Oggi, due asteroidi di parecchi metri di diametro ed in due orbite indipendenti passeranno fra la terra e la luna e potranno essere visti anche con un telescopio amatoriale ma nessuno di essi potrà causare danni alla terra.

Questi sono stati individuati dal Catalina Sky Survey, nei pressi di Tucson, Arizona, domenica cinque settembre. L'asteroide 2010 RX30, di 10-20 metri passerà entro 0,6 distanze lunari (248 mila km) mentre l'asteroide 2010 RF12 di 10-14 metri, transiterà entro le 0,2 distanze lunari (79 mila Km).

domenica 29 agosto 2010

Scoperta stella con ciclo magnetico simile al sole

Con un nuovo metodo di analisi, ossia monitorando le onde sonore della stella, un gruppo internazionali di scienziati del National Center for Atmospheric Research (NCAR )



ha scoperto una stella, nota come HD49933, che si trova a 100 anni luce dalla terra, nella costellazione dell'Unicorno, che presenta aree d'intensa attività magnetica sulla sua superficie e quindi “macchie stellari”, simili alle macchie solari.


Il nuovo metodo chiamato “sismologia stellare” permetterà agli scienziati di esaminare centinaia di stelle valutando la loro possibile accoglienza per forme di vita tipo la nostra.


Conoscere bene i differenti cicli magnetici delle stelle, porterà inoltre a sapere più cose anche riguardo al ciclo di undici anni del sole e quindi sarà possibile in futuro prevedere meglio le tempeste geo-magnetiche che possono causare gravi perturbazioni alle reti elettriche e a quelle delle comunicazioni.

Keplero trova nuovo sistema planetario

La sonda Keplero che è alla ricerca di nuovi sistemi solari e pianeti simili alla terra, a circa 26 milioni di chilometri da noi, dopo sette mesi di osservazione di oltre 156.000 stelle, ha trovato una stella chiamata Keplero 9.

Intorno a questa stella ruotano due pianeti con massa simile a Saturno, il pianeta Keplero 9b, più grande e più vicino alla stella con un orbita di 19 giorni e quello chiamato Keplero 9c, con un'orbita di 38 giorni.

 Ci potrebbe anche essere un terzo pianeta ancora più vicino alla stella, con un raggio 1,5 volte quello della terra, ma questo dato deve essere ancora confermato.